Potrei dirti che il borgo di Fontecchio é molto caratteristico, suggestivo. Invece ti dirò che é un simbolo, un esempio di rinascita positiva dopo l’orrendo terremoto del 2009: tra le viuzze storiche, incroci gli sguardi orgogliosi degli abitanti, che non vedono l’ora di farti scoprire le unicità della loro terra.
Nemmeno 400 abitanti a 20 chilometri da L’Aquila, nemmeno 400 anime capaci di ridare un nuovo senso ad un borgo che qua e lá porta ancora i segni dei crolli, ma che di questi ne ha fatto un nuovo linguaggio di bellezza. Fontecchio è uno dei borghi più belli d’Italia, in cui il passato e il presente vivono in simbiosi, in un continuo dialogo silenzioso. Un dialogo che si incrocia con le vite di chi ha scelto di restare, di non spostarsi sulla costa o nelle case prefabbricate, ma di raccontare con entusiasmo e passione le storie, i sogni, le forme di un piccolo paese che si staglia nel verde.
Borgo di Fontecchio, meta perfetta di turismo lento
A Fontecchio ci sono arrivata per vivere un’esperienza particolare: riscoprire i saperi antichi che da sempre hanno legato l’uomo alla natura.
Destinazione Umana, tour operator col quale ho iniziato a collaborare come ufficio stampa e organizzazione di viaggi, ha scelto di girare a me l’invito ricevuto dalla società ILEX per partecipare al corso “Tutte le erbe della primavera” : un percorso di tre giorni per imparare proprietà e utilizzi delle erbe spontanee che crescono nell’Abruzzo montano, in piena primavera. È stato come andare a ricontattare una voce lontana dentro di me, quasi selvatica, che mi cantava di un tempo in cui il rispetto per le piante era quasi sacrale, intimamente legato al vivere quotidiano.
“Tutte le erbe della primavera” fa parte del più ampio progetto “Paesaggi Lenti”, la concreta traduzione della voglia di rinascita del borgo di Fontecchio, partendo dalla valorizzazione del turismo lento, delle tipicità e delle tradizioni. “Paesaggi Lenti” è un programma di iniziative organizzate in collaborazione con la società ILEX e la Cooperativa Sherpa, proprio per promuovere i tesori naturalistici, artistici e culturali di Fontecchio e dei Comuni vicini, attraverso slow trekking, mercatini di artigianato e prodotti locali, eventi musicali, percorsi di educazione ambientale, ma anche una formazione mirata rivolta agli operatori stessi, i primi promotori del valore di questo angolo verde d’Abruzzo.
Tre giorni tra le erbe di primavera
Riscoprire il mondo della tradizione, riacquistando la conoscenza dei contadini del passato. Ritrovare l’antica sapienza della natura, tramandata di bocca in bocca come un bene prezioso da preservare.
La prima giornata del corso Tutte le erbe della primavera è iniziata con una passeggiata nei boschi guidati da Mirella e dalla sua infinita conoscenza delle erbe spontanee: non potevo credere che in pochi centimetri ci fossero così tante varietà diverse e per lo più quasi tutte commestibili! Completamente rapita dal suo sapere e dalla sicurezza con cui riusciva a riconoscere a colpo d’occhio le specie più diverse, devo ammettere di aver lasciato il mio cestino parecchio vuoto: troppo intenta ad imprimere nelle mente le forme, i toni di verde, i profumi delle erbe selvatiche che per ignoranza crediamo essere erbacce.
E invece!
E invece alla sera il bottino si è trasformato in una cena variopinta, gustosa e profumatissima che abbiamo cucinato con le nostre mani, ritrovando la magia antica dell’armonia con la natura.
Una natura che diventa non solo alimento, ma anche fonte di cura e benessere: il secondo giorno è stato tutto dedicato alle erbe aromatiche e alle loro infinite proprietà. Se sapessimo cosa si nasconde dietro una pianta di rosmarino o una foglia di menta, smetteremmo di correre dal dottore per un semplice raffreddore. Ad insegnarcelo Marco, che ci ha mostrato come si estraggono gli olii essenziali, raccontandoci dei loro mille utilizzi, anche in cucina.
A concludere questo viaggio tra le erbe Antonella, che con passione ha scelto di dedicare tutta la sua vita al suo sogno, quello di raccontare storie attraverso il filare. “Fili che possano riempire gli spazi lasciati vuoti dalla frenesia che ha invaso le nostre vite, ridare voce alle memorie mute e restituire nuova vita a capacità inutilizzate da tempo“: si legge questo desiderio tra le pagine del sito de I Campi di mais, il suo progetto di artigianato con i filati naturali. Antonella ci ha mostrato come le erbe possono anche tingere i tessuti, attraverso un lungo ed affascinante processo che regala infinite sorprese: quando colori una sciarpa con i fiori di elicriso, non sai mai bene di quale tono di giallo risulterà. 😉
Passeggiando per il borgo di Fontecchio
Fontecchio non mi lascia andare via senza che abbia provato a guardarlo meglio, a comprenderne le strutture possenti che si elevano altissime sulla valle. Sembra quasi scolpito Fontecchio, con questi grossi blocchi di pietra a comporre le case, i palazzi. Ancora oggi conserva intatta la sua anima di borgo fortificato medievale, con le sue porte di ingresso, le alte mura di cinta, gli archi, le torri e i passaggi angusti tra case che si tengono strette.
A ben guardare, ti accorgi di strane aperture che raccontano essere state le botteghe e ti chiedi come mai i davanzali sono tutti spezzati a metà. Colpa del terremoto? In realtà no, era un modo di costruire, proprio per evitare le possibili rotture future. E aprendo lo sguardo attorno a te, dopo pochi passi, ti lasci ammaliare dall’equilibrata bellezza di Piazza del Popolo, il cuore del paese, su cui zampilla una stupenda fontana trecentesca. Simbolo del borgo anche per la sua valenza sociale, di creazione di senso di comunità: fino al secolo scorso le donne si incontravano qui per lavare i panni, aspettando il loro turno fra una chiacchiera e l’altra, trasformando lo spazio quasi in un luogo sacro di socializzazione.
Dove dormire a Fontecchio
La struttura in cui ho soggiornato, vale da sola la visita al borgo di Fontecchio: aprire la finestra al mattino, è come tuffarsi in una piscina di verde. Casa Torre del Cornone è una corona di antiche case che si sviluppano su livelli diversi attorno alla torre e al suo giardino, trasformate in un delizioso bed&breakfast che conserva intatto le atmosfere di un tempo. Una terrazza sulla valle dell’Aterno, nel Parco Naturale Sirente Velino, da cui lo sguardo può tornare a smarrirsi senza colpa, felice di seguire con lentezza il profilo della Natura. Casa Torre del Cornone è una Destinazione Umana, ovvero fa parte della rete di strutture ricettive che mettono al centro la relazione umana, l’accoglienza autentica e fatta col cuore.
Di questa bellezza quasi commovente si è innamorato Alessio, che ha dato forma a questo sogno di ‘albergo diffuso’ trasferendosi a Fontecchio dal nord, dopo aver girato l’Italia per lavoro: oggi non solo gestisce la Casa Torre del Cornone, ma è il fondatore di ILEX – Italian Landscape Exploration, un’impresa impegnata a rilanciare e valorizzare le aeree rurali montane, nella difesa del paesaggio e nell’educazione ambientale.
Si sa, ciò che rende ancora più speciale un luogo sono le persone: e con la sua sincera accoglienza, Alessio mi ha fatto sentire come a casa di un vecchio amico, ritrovandosi a condividere un bicchiere di vino in mezzo alle chiacchiere della sera.
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