Pensieri lenti
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Viaggiare, ovvero come vincere la paura

Come vincere la paura, quella che ci accompagna tutti i giorni, che sentiamo come un ronzio di fondo nelle nostre giornate? C’ho pensato molto e mi sono accorta che uno dei segreti è viaggiare. Ma non per forza lontano, l’importante è muoversi da dove si è e cambiare prospettiva.

Una volta un coach aziendale, specializzato in PNL, durante un corso ci ha detto: “Bene, ora alzatevi tutti e cambiate posto”. No, non era impazzito. Semplicemente voleva farci ‘toccare con mano’ quanto il cambio di prospettiva su una certa situazione si inneschi semplicemente muovendosi. E ha davvero funzionato! L’attenzione verso i compagni di corso, l’aula, il docente e quello che stava dicendo in qualche modo erano cambiati. Ma cosa è successo? In pratica eravamo usciti dalle nostre piccole sicurezze, abbiamo abbandonato il posto che stavamo occupando dal giorno prima (che appena entrati in aula abbiamo voluto riconquistare!) e che rappresentava già una piccola abitudine rassicurante. In altre parole siamo usciti dalla (benedetta) zona di comfort. E una volta fatto questo, il resto viene da solo.

La paura di vivere (veramente)

Una precisazione va fatta, ovviamente. Qui non sto parlando di fobie, paure particolari, gravi problemi di salute…sto parlando della paura di vivere. Di vivere veramente. E dalle mie ultime esperienze di percorsi di crescita personale, in cui ho lavorato in molti gruppi eterogenei, posso affermare che attanaglia tutti. O almeno, moltissimi.

Parlo di quella paura che ti fa accontentare ogni giorno, del tuo lavoro, del tuo compagno, del tuo collega, del luogo in cui vivi. Che non ti fa sentire ciò che vuoi veramente, che ti fa stare sulla superficie, in altre parole, che ti fa sopravvivere. Troppo complicato alzare la mano e dire: ” questo non mi piace più, non fa più per me, non mi rispecchia”. Andrebbe a rotoli tutto.

Sì, ma tutto cosa? Perderesti il lavoro (se è quello che non ti piace), lasceresti il tuo compagno, troveresti un altro luogo in cui abitare. Ma non moriresti. Questo è certo! Moriresti di dolore, per un po’, questo sì. Ti sembrerà di soffocare, non sentirai più in confini del tuo corpo, ti sembrerà di vivere in una bolla.

E ora dove stai vivendo?

Stai vivendo PER la paura, è lei che detta le regole della tua vita.

Ci sono momenti in cui non è più possibile andare avanti, in cui la paura di vivere ci abbandona per un attimo e così facciamo la “pazzia”, urliamo fuori tutto quello che ci rende tristi e insoddisfatti e questo fa cambiare le cose. Sono momenti di grazia, mai una sfortuna. A volte questo momento non arriva, per tutta una vita. E così, continuiamo a vivere una vita che è di qualcun’altro, chissà di chi. Gli anni ci scorrono tra le dita e capiamo che abbiamo vissuto solo sulla difensiva, cercando di proteggerci dal dolore, il dolore di una (improbabile) catastrofe. Una vita dietro un muro, nascosti.

Una vita che non ci fa emozionare tutti i giorni.

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Come fare in modo che questo ‘momento della verità’ arrivi il prima possibile e ci permetta di fare il punto sul nostro modo di vivere? Secondo me, viaggiando.

Come vincere la paura viaggiando

Perchè sostengo che si possa vincere la propria paura viaggiando? Per lo stesso principio di cui ti ho parlato prima: perchè il viaggio prevede uno spostamento, il nostro corpo si muove da un punto ad un altro (come tra le sedie nell’esempio di prima) e questo è già un primo scossone, un gesto di rottura.

Che tu lo voglia o no, quando viaggi succede qualcosa. E non pensare che succeda solo se organizzi un viaggio particolare, un cammino, un pellegrinaggio o qualcosa di mistico: succede anche nel più classico dei weekend fuori porta. Perchè ti ritroverai comunque in relazione con abitudini diverse, modi di parlare diversi, modi di vivere diversi. E questo, che tu lo voglia o no, farà succedere qualcosa dentro di te, anche se non te ne accorgi. Se una situazione, un panorama, una persona che incontri ti colpiscono in qualche modo (in negativo o in positivo), significa che hanno un messaggio da darti. Significa che qualcosa dentro di te si è accesso, risvegliato: sta proprio in questo la potenza del viaggio.

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Muoviti, sposta il tuo corpo, non restare dentro al tuo quotidiano come un’ancora di salvezza. Concediti il lusso di guardarti seduto da un’altra parte, di rompere l’unica prospettiva che ti sei creato. Solo così puoi pensare di vincere le paure che ti bloccano e ti impediscono di vivere la vita che vuoi veramente.

Viaggiare è un’abitudine ormai normale, alla portata di molti: ma in sè racchiude la potenza di un ‘atto rivoluzionario‘, se sappiamo leggerne i segni.

Esiste una pagina Facebook che si chiama ‘Sindrome Costa Crociere’, che parla di quella nostalgia opprimente, quel tipico senso di angoscia e apatia al rientro da un viaggio. Mi ha fatto riflettere. Certo, vivere una vita viaggiando è il sogno di molti, ma rientrare da un viaggio non dovrebbe buttarci in uno stato di sconforto e angoscia. Non credi?  Dovremmo tornare a casa più carichi di prima, pieni di energia e voglia di condividere quello che il viaggio ci ha insegnato.

Se entriamo in apatia forse c’è qualcosa che non va. Forse non siamo proprio felici di ritornare alla nostra vita, forse siamo soffocati dalla paura di vivere veramente. Stiamo soprav-vivendo.

Quando si torna a casa, che fare? Fissa il tuo obiettivo

Quello che il viaggio è riuscito a smuoverti e ad insegnarti, non deve essere perso: non rischiare di essere travolto di nuovo nella quotidianità e di dimenticare le emozioni che hai provato. Quelle emozioni ti parlano: sono un segnale di ciò che tu vuoi veramente, anche se magari non sai bene come decifrarle. Allora devi fare un altro sforzo, devi trasformare in parole concrete (magari scritte) ciò che senti in ciò che vuoi. Io viaggio sempre con un taccuino in borsa, perchè mi capita molto spesso di avere delle vere e proprie intuizioni, come degli spiragli di luce che mi fanno vedere chiaramente quella che sono, nel profondo.

È il momento buono per provare a capire qual è il tuo vero obiettivo nella vita, attorno al quale poi sono collegati tutti gli altri. Non è importante andare nel dettaglio in questo momento, ciò che importa è dire a te stesso cosa vuoi (e cosa non vuoi). I tuoi occhi guarderanno alla vita in modo completamente nuovo, diverso. E questo è già un grandissimo passo.

Il cambiamento, avverrà, col tempo.

Sì, ma io ho ancora paura

Dietro ad una nostra paura, per quanto inoffensiva o incontenibile sia, si nasconde una sua ragione d’essere: la paura svolge una precisa funzione che affonda le sue origini nella storia personale di ognuno di noi, o meglio ancora nel suo inconscio.

Non sono qui a dirti che la formula magica è un weekend in Toscana in un agriturismo (!), sarei ridicola. Sto dicendo che dovremmo tutti concederci la possibilità di superare la nostra paura di vivere e abbiamo tanti strumenti per farlo. Il viaggio ci può aiutare a prenderne atto. Poi, il primo passo è accettarla: ammettere che abita dentro di noi, che è lì per dirci qualcosa di noi stessi. Non serve farle la guerra, serve ascoltarla.

La paura, è vero che ci protegge da esperienze che minacciano un equilibrio che non siamo ancora pronti a lasciar andare, ma allo stesso tempo alza attorno a noi un vero e proprio muro invisibile: più grande e invasiva è la paura, più alto è il muro e stretto lo spazio interno.

E allora, se vogliamo vedere il giardino al di là del muro, non ci resta che iniziare a costruire la scala…per superarlo. 🙂

 

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